Wedding Tourism: le Marche una nuova Toscana? Intervista a Federica Beni

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Il bello di avere vicini di casa come Federica è che puoi darti appuntamento davanti a un caffè con pasticcini e concederti il piacere di una chiacchierata di persona. “What else?” direbbe qualcuno! 😉

Federica Beni è una wedding planner conosciuta e apprezzata in Italia e all’estero. Organizza matrimoni ed eventi in prestigiose location delle Marche, e ultimamente anche in Toscana e Campania, collaborando con vendors e professionisti di altissimo livello per una selezionata clientela che spazia dall’Italia, agli USA, all’Asia. I suoi inspirational shoot e allestimenti sono pubblicati da blog e riviste di settore a livello nazionale e internazionale.
Abbiamo parlato di wedding tourism nelle Marche e ne sono usciti spunti e suggerimenti molto interessanti, specialmente per chi sta pensando a un target estero anche nell’ambito dei matrimoni.

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Foto: Monica Maurino

Federica, puoi raccontarci qualcosa della tua esperienza come wedding planner nelle Marche?

Partiamo da una constatazione: le Marche sono ancora poco conosciute e valorizzate a livello turistico sia in Italia sia all’estero, anche se la ricchezza paesaggistica, storica e ambientale della nostra regione non ha nulla da invidiare a mete più famose e rinomate come la Toscana. Dobbiamo ancora conquistare quella notorietà che da sola attira coppie di sposi da tutto il mondo, ma le cose stanno cambiando rapidamente. A volte basta un influencer, per esempio un fotografo di livello internazionale, un blogger, o magari una trasmissione televisiva, a far conoscere una destinazione a un pubblico nuovo e potenzialmente interessato.

Ovviamente per approcciare il target estero bisogna saper offrire un servizio di alta qualità, perché è normale che chi sceglie di sposarsi a centinaia di chilometri di distanza sia un cliente molto esigente. Occorre quindi una grande attenzione ai dettagli e alla cura degli ambienti interni ed esterni. Tutto deve tendere a un’armonia architettonica e di stile e in questo senso non sono ammessi “scivoloni”.

Mi trovo a proporre alcune strutture di livello medio-alto nelle Marche, ma anche nel Chianti o sulla costiera sorrentina, e devo ammettere che spesso sono i dettagli e l’organizzazione offerti dalla struttura a determinare la scelta finale tra una location marchigiana oppure in un’altra regione. È fondamentale garantire soluzioni adeguate sia all’interno sia all’esterno (in caso di maltempo, prevedere il famoso “piano B” che non sia una soluzione arrangiata e poco elegante) oppure una rete di ospitalità anche in strutture vicine, intercettare i bisogni dei clienti e anticipare le loro esigenze: tutto questo non è un optional, è essenziale.

Il modello turistico che è tipico soprattutto del nostro Sud d’Italia in questo senso è molto funzionale perché solitamente chi arriva nella struttura trova una serie di possibili servizi correlati. Fantasia, organizzazione tra business diversi, intercettazione dei bisogni dei clienti nel periodo del soggiorno, anche questo fa parte in qualche modo del lavoro dell’host.
Nel costruire questa rete di servizi e nella cura di un’armonia generale e nei dettagli specie nelle strutture di livello medio alto, penso che nelle Marche si possa fare molto per migliorare.

Se prendiamo come modello la Toscana, regione che conosci bene e dove già lavori in ambito di wedding tourism, quali sono secondo te i punti forti da imitare?

Anzitutto la propensione all’investimento per migliorare il servizio.
Ristrutturazioni, ampliamenti, restauri, migliorie fatte di anno in anno nell’arredamento e in ogni piccolo servizio sono la prassi, per raggiungere una qualità sempre superiore. C’è molto orgoglio nei proprietari e nei gestori delle strutture per essere al top, per arrivare a un livello di eccellenza. Solo in questo modo le strutture possono permettersi di aumentare i prezzi, migliorando costantemente la propria offerta.
Poi l’organizzazione interna alla struttura: nello staff ci sono figure specifiche per ogni aspetto della ricettività e, per quanto riguarda gli eventi, i catering esterni sono di alto livello. L’offerta base prevede già una scelta molto ampia, poi c’è una gamma di possibilità extra per soddisfare tutti i gusti. I siti internet sono aggiornati e i cataloghi online mostrano le varie possibilità (gli sposi si aspettano di trovarle online!).
Per le location che hanno anche un’azienda agricola, e sono parecchie, questo plus viene sfruttato per ampliare i servizi offerti anche agli sposi: i prodotti sono utilizzati a tavola durante il banchetto, vengono proposti come soluzioni per le bomboniere, nel caso di appartamenti in self catering per gli ospiti che soggiornano c’è un welcome pack con i prodotti propri o convenzioni con i ristoranti vicini.
Poi vengono valorizzati tutti i format esperienziali, che gli stranieri amano molto: corsi di cucina, degustazioni in cantina incluse nel pacchetto per gli sposi… insomma, tutto quello che rende il matrimonio un’esperienza indimenticabile a partire dalla specificità del territorio.
Per il target straniero queste accortezze (che poi significano una grande organizzazione di base) sono molto importanti: pensare ai bisogni del cliente e offrire delle possibilità correlate, qui è il vero business!

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Particolari di uno degli ultimi photo shooting curato da Federica. Foto: Whitney Huynh – Tulle & Grace Atlanta Wedding Photographer

Quattro suggerimenti per le strutture ricettive che vogliono lavorare nel wedding tourism, in base alla tua esperienza.

  1. Investire. Investire a prescindere, per migliorare i propri servizi e poter raggiungere un target più alto. Investire sugli eventi, investire sulle professionalità e sulla rete di contatti.
  2. Guardare i migliori. Prendere spunto da chi ha già avuto successo o ha messo in pratica modelli vincenti. Fai un giro dove le cose stanno già funzionando, guarda e impara.
  3. Curare la qualità e i dettagli, offrire servizi e pacchetti completi. Metti in moto la fantasia per creare esperienze e possibilità nuove.
  4. Fare rete anche tra tipi di business diverso: creare un network con le realtà attorno alla struttura. I turisti, gli sposi, apprezzano un territorio accogliente e organizzato, in cui l’esperienza sia resa indimenticabile da tanti piccoli particolari curati.

 

Ancora grazie a Federica per la sua disponibilità e gentilezza! Siamo certe che questi spunti, frutto della sua esperienza personale, saranno davvero preziosi per le strutture ricettive marchigiane e non solo. Ci auguriamo di trovare sempre più sposi stranieri nella nostra regione e persone che sappiano farli sentire i benvenuti!

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In Tcome mi occupo di gestione dei contenuti e architettura delle informazioni.
La mia passione sono i beni culturali e le connessioni con il digitale , ma anche la cucina, i libri illustrati, il fair trade.
Bello questo post, vero? :-) Condividilo! :

2 commenti to “Wedding Tourism: le Marche una nuova Toscana? Intervista a Federica Beni”

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      Silvia Pierdicca says: 27 luglio 2016 at 11:21

      Vero, Riccardo! Ci trovi assolutamente d’accordo! :)
      Grazie per la tua visita sul nostro blog e a presto!