Eccellenze del territorio, creatività, umorismo in mostra a “Vignette in Vigna”: intervista a Roby Giannotti

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Siamo felici di ospitare virtualmente sul nostro blog Roberto Giannotti, designer, cartoonist e giornalista savonese, che ci racconta in prima persona la bella esperienza della sua mostra “Vignette in Vigna”.
In questa iniziativa ci sono tanti elementi che ci hanno colpito: la valorizzazione del territorio che è partita dalle strutture ricettive, la sinergia tra soggetti diversi, la creatività e la voglia di mettersi in gioco e di fare rete. Tutto questo si è concretizzato in un’esperienza che troviamo paradigmatica: un esempio che ci auguriamo possa essere d’ispirazione e di incoraggiamento per altri e che sosteniamo con grande piacere.

La mostra Vignette in Vigna è visitabile tra i filari dell’Azienza Vinicola Gianfranco Torelli fino al 30 settembre prossimo: correte! :-)

Vingetta di Roby Giannotti per Vignette in Vigna

Roberto, anzitutto grazie per questa intervista e per il tempo che ci hai dedicato. Potresti raccontarci in breve come è nata l’iniziativa “Vignette in Vigna”?

Tutto è nato per caso, ma non troppo. Due anni fa ho fatto una mostra delle mie ceramiche d’arte in un piccolo e bellissimo paese della Langa Astigiana, Bubbio. Le mie opere erano esposte in un luogo messo gentilmente a disposizione dall’Amministrazione Comunale nell’ambito del progetto “Dal mare alle Langhe” nato grazie a Elisa Gallo e poi proseguito insieme ad altri amici ed amiche di Savona, Albisola e Bubbio; la location era lo splendido ex oratorio della Confraternita dei Battuti, qui le mie opere sono rimaste visibili per buona parte dell’inverno.
In quei weekend, e con qualsiasi tempo, sono andato sempre a Bubbio per gestire la mostra, e ho avuto modo di conoscere il territorio e le persone che qui lavorano in svariati campi ma tutte con un grande impegno. Sono nate delle amicizie, e una condivisione sul modo di intendere la valorizzazione della terra, la promozione turistica, la sostenibilità ambientale, in modo molto serio, etico, impegnato.
Da quella prima mostra sono tornato più volte a Bubbio, sono nate altre collaborazioni professionali, fino all’incontro con Gianfranco Torelli, vigneron di razza che sulle colline di San Grato sopra l’abitato di Bubbio coltiva la vite in modo biologico e produce dei vini fantastici proseguendo una tradizione di famiglia.
Un giorno gli dico: “Ma lo sai che sono anni che vorrei fare una piccola pazzia, una mostra di vignette in una vigna, all’aperto”. E lui “Mi piace. Perché non la facciamo nei miei vigneti?” E da lì, da un dialogo attorno ad un bicchiere di vino, ovviamente nella sala degustazione di Gianfranco Torelli, l’idea si è concretizzata, con grande fatica da parte di tutti, sempre con lo spirito di un esperimento visto che tutte le 40 vignette realizzate sul tema del vino sono rimaste all’aperto e sottoposte ad ogni forma di intemperie, ma anche con moltissima soddisfazione per l’apprezzamento e il ritorno mediatico dell’iniziativa. All’evento si è unita un’altra struttura di pregio, l’agriturismo Tre Colline in Langa, e insieme è nata una straordinaria alchimia.

L’azienza agricola Torelli e l’agriturismo Tre Colline in Langa hanno collaborato alla mostra e ora un percorso naturalistico unisce fisicamente le due strutture. 
Puoi raccontarci qualcosa di più su questa esperienza in cui due realtà, che potrebbero dirsi concorrenti, hanno deciso invece di “fare rete”?

Si questo è un altro aspetto che mi ha colpito della mia esperienza a Bubbio. Le Tre Colline in Langa sono un’altra magnifica realtà di Bubbio, grazie alla titolare Paola Arpione e al marito Massimiliano Fogliati che lo conducono e lo gestiscono. Da molti anni Torelli e le Tre Colline collaborano insieme, unendo l’eccellenza del vino con quella della cucina e dell’ospitalità, Paola è una Chef sopraffina, che nella semplicità, con brevi tocchi innovativi sulla tradizione, raggiunge risultati che non posso che definire straordinari. La sinergia tra Torelli e le Tre Colline e’ una strategia giusta, che potrebbe sembrare scontata ma che è molto difficile da trovare, è un po’ insita nel genio italico la difficoltà di fare “rete” e anche quando questo succede non è facile portarla avanti. Torelli e le Tre Colline sono una bella eccezione, vanno spesso anche all’estero dove vengono invitati per mostrare le loro eccellenze.

Il sentiero botanico che unisce l'azienda Torelli e l'agriturismo Tre Colline in Langa a Bubbio
Il sentiero botanico che unisce l’azienda Torelli e l’agriturismo Tre Colline in Langa a Bubbio

Le due realtà sono vicine in linea d’aria ma erano divise da una sorta di piccola valletta, dove scorre un rio, e che era praticamente impenetrabile, una barriera in tutti i sensi che grazie a questa mostra è stata abbattuta. Con un faticosissimo lavoro è nato questo sentiero, ci vuole comunque una buona mezz’ora nel discenderlo e risalirlo, ma è stupendo perché si attraversano zone coltivate a vigna, a noccioleto, ortive, aromatiche e poi ci si immerge in un ambiente che è rimasto praticamente incontaminato per decenni, con felci, piante tipiche degli ambienti umidi, grandi alberi secolari, formazioni geologiche, con microclimi diversissimi, tanto che ne è nato un sentiero botanico con tanto di indicazioni vicino alle diverse specie vegetali. Dunque è nata una rete in senso metaforico ma anche reale, le due aziende ora sono veramente unite anche da un percorso. Simbolicamente un gesto molto significativo.

Un’attenzione particolare alla natura, che si riflette nella scelta dell’agricoltura biologica, e una proposta enogastronomica che esalta i prodotti del territorio. Come hanno risposto i clienti al particolare “vernissage verde“?

La risposta è stata entusiastica. Soprattutto da parte dei molti stranieri che, come avviene anche in altre parti d’Italia, sono molto attenti a questi aspetti. La Langa Astigiana non fa differenza. Qui hanno la fortuna di essere vicinissimi a quella parte di territorio inserita nel Patrimonio Mondiale dell’Unesco, c’è un movimento turistico molto attento al bello, alla natura, alla storia, al gusto, alle cose buone, alla natura. E in questo sia Gianfranco Torelli che Paola Arpione sono due eccellenze.
Paola nel suo agriturismo porta avanti una cucina che utilizza tutti i prodotti del territorio che si possono trovare nella stagione specifica, e già questo la differenzia da quei ristoranti dove in ogni giorno dell’anno si trovano le stesse cose a qualsiasi stagione appartengano. Per questo gli stessi piatti variano alcuni ingredienti base secondo il mese,  ma soprattutto secondo quello che lei raccoglie nel suo orto o trova nel territorio giorno per giorno. In questo modo la sua cucina, già di per sé straordinaria, si muove e cammina col ritmo del sole e delle stagioni e si lega indissolubilmente alla sua terra. Mangiare da lei è vivere pienamente quei profumi, quelle atmosfere, da quelle primaverili ed estive a quelle nebbiose o nevose nell’inverno, passando per l’apoteosi autunnale dove c’è tantissimo, dai funghi ai tartufi.

Vignetta di Roby Giannotti per Vignette in Vigna
Gianfranco Torelli dal canto suo ha iniziato a fare biologico più di due decenni fa, quando possiamo dirlo per comprare una bottiglia di vino biologico bisognava davvero andarsela a cercare, mentre adesso per fortuna oltre ai negozi specializzati qualsiasi marchio importante della grande distribuzione ha grandissimi settori dedicati al biologico. Non è stata solo una scelta di mercato la sua, ma una scelta di vita e in tempi come dire non sospetti, non possiamo non valutare oggi anche il business, legittimo, attorno al biologico. Per lui è sempre stato un modo di vivere il territorio. Non posso dimenticare questa primavera quando con orgoglio mi ha mostrato la fioritura spontanea di orchidee in mezzo ai suoi filari di vite, una cosa davvero particolare tenendo presente che bisogna sfalciare l’erba con molta attenzione. Significa un amore, un rispetto per la natura, assoluti, il raggiungimento di un equilibrio tra l’ambiente e il lavoro dell’uomo, producendo vini che sono di una qualità eccelsa. Il brut rosè biologico prodotto da Torelli è semplicemente eccezionale, prodotto con i ritmi della natura, la sapienza del vigneron, capace di stare sulle tavole più nobili e sofisticate; per non parlare delle sue bottiglie di Moscato, Dolcetto, Barbera, riserve e barricati che hanno ricevuto e ricevono apprezzamenti e riconoscimenti da wine tasters internazionali dove si va in competizione col mondo e con le altre grandi aree mondiali nella produzione di vini di qualità.


Qual è stato il ruolo delle istituzioni in questa iniziativa?

Il Comune di Bubbio a partire dal suo Sindaco Stefano Reggio ci è stato molto vicino, onorando l’evento e supportandoci con il patrocinio, al pari di Provincia di Asti e di Regione Piemonte. Detto questo uno degli elementi di interesse di questa iniziativa è proprio l’utilizzo di risorse dei privati, delle aziende che in qualche modo investono su se stesse e sul territorio dove vivono. In sostanza in questo progetto non abbiamo utilizzato soldi pubblici dell’amministrazione comunale, provinciale o regionale e lo diciamo anche con una punta di orgoglio. È vero che l’evento vede la presenza di due aziende private, ma per come si connota il progetto posso assicurare che i benefici vanno su tutto il territorio e dunque di riflesso anche sulle altre aziende non direttamente coinvolte, la valenza pubblica è comunque chiara, al di fuori esce Bubbio con le sue peculiarità. Abbiamo poi cercato delle economie di spesa, ognuno ha fatto la sua parte, e oggi siamo orgogliosi del risultato che credo lascerà dei frutti anche nel medio-lungo termine.

Roberto, tu vivi e lavori a Savona e molta della tua produzione artistica si lega fortemente al tuo territorio di appartenenza, alle atmosfere e suggestioni del mare. C’era il rischio che in terra di Langa ti sentissi un po’ “straniero” e invece…

Qui bisogna entrare un po’ nella storia di queste terre. La Liguria di Ponente e le terre di Langa sono unite indissolubilmente da alcune migliaia di anni. Sono rapporti ancestrali di scambi commerciali e culturali privilegiati, non solo per la geomorfologia e la contiguità dei luoghi ma anche per una evidente affinità elettiva tra le genti. Non sto qui a ripercorrere le tappe ma potremmo trovare moltissimi elementi storici, dall’epoca preromana in poi. Se poi vogliamo vedere tutto questo in una ricetta, la bagna caoda è l’esemplificazione migliore, fatta con le acciughe sotto sale che provenivano dalla Riviera e con le verdure del territorio di Langa, unione perfetta di sapori di terra e di mare. E non a caso una delle mie opere di design ceramico è proprio la reinterpretazione del fornelletto da bagna caoda. Nella musica basta ricordare le canzoni di Paolo Conte, perfette nel descrivere il rapporto tra piemontesi e liguri per capire queste atmosfere che uniscono gente di Langa e gente di Riviera. Insomma con questo progetto non abbiamo fatto altro che rinsaldare un rapporto antichissimo che tra noi sorge quasi in modo naturale. Sentiamo di avere una identità comune.

Che suggerimenti daresti alle strutture ricettive che intendono seguire l’esempio della vostra esperienza e collaborare per raggiungere un obiettivo comune di valorizzazione del territorio e di maggior richiamo turistico?

Non mi è mai piaciuto dare consigli. Più che un suggerimento vorrei estendere l’invito a strutture ricettive ed aziende a investire sui talenti che uniscono la professionalità alla passione per i territori, che è un po’ quello che fate anche voi. Quelli che possono sembrare investimenti senza ritorno immediato sono in realtà soldi spesi bene, che fanno bene in primis alle Aziende e più in generale all’Italia. Il nostro è uno dei paesi più belli del mondo, dove abbiamo arte, cultura, storia, monumenti, design, moda, artigianato, ambiente, natura, gusti, sapori, prodotti… un mix unico e irripetibile. Dobbiamo solo crederci.
Gianfranco Torelli, Paola Arpione e io con loro ci crediamo. I risultati stanno arrivando, anche con un progetto originale ed innovativo come Vignette in Vigna che si sta rivelando un volano comunicativo, basta googlare Bubbio per verificarlo sulla rete. Certo poi è fondamentale venire sul posto, assaporare ed apprezzare con i 5 sensi tutto quello che può offrire questo fantastico paesaggio e apprezzarne l’unicità. Perché i progetti funzionano veramente solo quando c’è la sostanza, si può fare più o meno fatica, il periodo può essere più o meno difficile, ma quando c’è il contenuto i risultati arrivano, sempre.

[ Foto @TreCollineLanga ]

 

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In Tcome mi occupo di gestione dei contenuti e architettura delle informazioni.
La mia passione sono i beni culturali e le connessioni con il digitale , ma anche la cucina, i libri illustrati, il fair trade.
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